L’esame stroboscopico: fondamentale per una corretta diagnosi dei disturbi della voce Ottobre 13, 2019 – Posted in: Articoli sulla Voce
L’indagine strumentale di maggior importanza clinica per la prima visita e per il follow-up della voce artistica è senza dubbio la laringostroboscopia: una endoscopia laringea che può essere effettuata con lo strumento flessibile (dal naso) o rigido (dalla bocca) e che utilizza una particolare fonte di luce, in grado di produrre l’“effetto stroboscopico”.
Esso si fonda su un’illusione ottica: ciò che si vede è un movimento vibratorio apparentemente lento, composto da singole fasi di periodi successivi, che nel loro insieme riproducono un effetto ottico di continuità (immagine in movimento).
La teoria muco-ondulatoria spiega la vibrazione glottica come il ritmico susseguirsi di onde della mucosa cordale, dalla zona ipoglottica fino al ventricolo laringeo, spinte dalla pressione aerea sottoglottica. Questo strato superficiale elastico, costituito dalla mucosa (cover), scorre su uno strato profondo rigido (body), costituito dal legamento vocale (parte intermedia e profonda della lamina propria) e dal muscolo vocale. Il piano di scorrimento è costituito dallo spazio di Reinke (parte superficiale della lamina propria).
La frequenza fondamentale (Fo) viene rilevata mediante il microfono dello stroboscopio. La voce è un fenomeno multidimensionale, quindi qualsiasi misura semplice darà solo informazioni parziali. L’attuale tendenza è quindi quella di utilizzare misure multidimensionali della funzione vocale, combinando misure percettive e strumentali.
Nel 1992 l’Associazione Internazionale di Logopedia e Foniatria affermò che la valutazione della disfonia sulla base della vista e dell’udito del professionista da sola non è sufficiente e che sono richiesti protocolli strumentali standardizzati oggettivi. I protocolli di valutazione oggettiva sono necessari per il monitoraggio del decorso clinico e per il confronto dello stato pre e post trattamento.
L’orecchio umano non rappresenta uno strumento molto utile per l’analisi della voce: le valutazioni soggettive sono chiaramente difficili da confrontare tra i diversi professionisti e persino un singolo professionista può dare diverse valutazioni di un singolo campione vocale.
Le principali misure strumentali attualmente disponibili per la valutazione oggettiva della voce sono le tecniche morfofunzionali, in particolare la laringostroboscopia.
La laringostroboscopia è considerata al giorno d’oggi la tecnica più utile per la diagnosi dei disturbi vocali, poiché consente l’esame dettagliato delle corde vocali e la rilevazione di asimmetrie vibratorie, alterazioni strutturali, piccole masse, cicatrici sottomucose e altre alterazioni che non sono visibili alla luce normale. È anche estremamente sensibile per la rilevazione di paresi e paralisi delle corde vocali. I professionisti della voce e i cantanti, in special modo, vanno studiati molto attentamente, considerando l’entità della lesione e le sue conseguenze sulla voce cantata.
Una analisi dettagliata dello strumento vocale è necessario e fondamentale. Nel caso il foniatra si trovi difronte una situazione che potrebbe richiedere un intervento chirurgico, ci saranno varie considerazioni da fare. Innanzitutto non bisogna sottovalutare l’impatto di un intervento chirurgico sulla voce cantata, poiché in questi casi anche una piccola cicatrice cordale iatrogena può avere effetti disastrosi; inoltre deve essere particolarmente considerato l’aspetto psicologico del paziente, angosciato per il timore di perdere lo strumento della sua professione e poco propenso ad accettare una sospensione prolungata della propria attività. Quindi è importante proporre la fonochirurgia solo dopo che il trattamento medico e logopedico non abbiano fornito risultati soddisfacenti. Se l’intervento, tuttavia, è necessario, è fondamentale che in seguito ad esso il paziente sia affidato ad un logopedista che abbia una specifica preparazione nel trattamento dei problemi della voce cantata.